Milano, 4 maggio 2019 – Longevità e non autosufficienza: questo il principale focus tematico della Giornata nazionale della mutualità “Costruiamo insieme l’Europa sociale di domani”, organizzata a Milano il 4 maggio scorso dalla FIMIV Federazione Italiana mutualità integrativa volontaria. “Welfare e salute non possono essere considerati un business. La silver economy cresce, così come la spesa out of pocket, ma noi non consideriamo la protezione sociale un mercato: siamo società democratiche, controllate dai soci, che non chiudono mai la porta, nemmeno quando malattia, anzianità e non autosufficienza diventano un costo” ricorda Placido Putzolu, presidente della Federazione italiana della mutualità.
Mentre il divario tra l’aspettativa di vita in Europa e nel Sud del mondo cresce sproporzionatamente, l’Italia continua a rappresentare un unicum nell’area Schengen. Complice un sistema sanitario gratuito e accessibile a tutti, nato 170 anni fa grazie alle società operaie di mutuo soccorso che ne rivendicavano il diritto, oggi nella penisola si vive più a lungo che nella quasi totalità del resto del continente. E’ uno dei paesi più longevi al mondo. La speranza di vita per gli italiani è passata da 69,6 anni nel 1976 a 80,8 nel 2018 per gli uomini e da 76,1 a 85,2 per le donne. Un dato frutto dei diritti riconosciuti e garantiti nel passato, che già oggi pone ulteriori rallentamenti alla sanità e difficoltà a molte delle voci del bilancio pubblico del paese. Per questo i servizi integrativi in ambito sanitario rappresentano la chiave della sostenibilità del sistema italiano.
La “silver economy”, l’economia mossa dai bisogni degli ultracinquantenni, ha già superato i 43miliardi di euro e offre lavoro a un milione di persone, secondo una ricerca di Itinerari previdenziali presentata durante la Giornata della mutualità, organizzata dalla FIMIV Federazione italiana mutualità integrativa volontaria a Milano. Anche se il boom dell’economia della salute per gli anziani dovrebbe a rigor di logica partire proprio dall’Italia, a scommetterci ancora dovrà essere tutta l’Europa. A farlo, nel frattempo, sono in primis le aziende farmaceutiche di tutto il mondo che, secondo una recente stima, investiranno tra il 2018 e il 2022 ben mille miliardi in ricerca sulle scienze della vita. Vivere più a lungo, però, non è oggi sinonimo di vivere bene. Perché si possa aspirare a una qualità della vita dignitosa, è necessario il contributo di più attori attivi in diversi settori ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie e della scienza. Prima ancora, però, c’è bisogno di una “letteratura etica” perché una anzianità fatta di salute psico-fisica, possibilità economiche e conservazione delle capacità relazionali diventi un diritto di tutti, indipendentemente dalla regione d’origine o dallo status economico e sociale. “E’ indispensabile che si ricordi che la salute non può essere considerata come un business, “un mercato” per gli speculatori, senza alcuna regolamentazione etica. Per questo fenomeni come la silver economy richiedono oggi una riflessione di tutti quei soggetti del terzo settore italiano che hanno una base sociale democratica e controllata dai soci, così come avviene per le società di mutuo soccorso – ha dichiarato Placido Putzolu, presidente della Mutualità Italiana FIMIV, a margine dell’evento “Costruiamo insieme l’Europa sociale di domani” -. Il diritto all’autonomia e all’autosufficienza, alla salute e all’assistenza, devono rappresentare una sfida che dovremo saper affrontare creando nuove sinergie”.
“Il sistema cooperativo, ‘figlio’ dei valori e della storia delle società di mutuo soccorso, ha di recente pensato di dare vita a una associazione capace di riunire in una sola realtà quegli attori che operano secondo i valori della mutualità e della solidarietà” ha spiegato Mauro Lusetti, presidente della Lega nazionale cooperative e mutue (Legacoop). Un’attivazione di sinergie che offrirà un contributo all’innovazione sociale del settore anche in materia di longevità e non autosufficienza e che non si limita al malato ma presta attenzione anche al problema del caregiver familiare e dell’assistenza domiciliare. “In una popolazione che invecchia, quest’ultima è fondamentale – ha dichiarato Armando Messineo, presidente della SNMS Cesare Pozzo e Vice presidente FIMIV-. L’assistenza domiciliare va strutturata. Ma di una cosa sono certo: mutualità è anche accompagnare l’anziano a fare la spesa, non solo provvedere alla medicazione. Per questo è necessario cooperare con altre realtà del terzo settore”.
“Le società di mutuo soccorso in collaborazione con il sistema della cooperazione sono al centro di un nuovo sistema integrato di assistenza sanitaria, di prevenzione e educazione. La creazione di una partnership è per noi un obiettivo fondamentale” ha aggiunto Eleonora Vanni, presidente Legacoopsociali, alla quale ha fatto eco anche Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia.
“L’Unione europea è prima di tutto un progetto di solidarietà, di democrazia, e di pace. Non sia considerato solo in quanto mercato libero. Deve essere prima di tutto terreno di confronto di questi grandi valori” ha esordito Christian Zahn, presidente dell’AIM Alleanza internazionale delle mutue che ha rilanciato il manifesto “Costruiamo insieme l’Europa sociale di domani” durante l’evento. Sulla stessa lunghezza d’onda Luc Roger, direttore Italia di Harmonie Mutuelle, mutua francese che opera in tandem con l’italiana Cesare Pozzo in un progetto pilota di collaborazione transnazionale tra mutue europee, che ha detto: “Troppe cose nella vita dei cittadini europei sono legate alla legge dei mercati, dominati dal più forte. Se non promuoviamo i valori della mutualità, prevarrà la logica delle banche assicurative anche nel settore sanitario”. “E’ importante che venga riconosciuto alle società di mutuo soccorso una scelta etica importantissima: noi non buttiamo mai fuori nessuno, assistiamo tutti” ha spiegato Valerio Ceffa, presidente di Insieme Salute SMS. A differenza delle assicurazioni, infatti, le società di mutuo soccorso non stabiliscono limiti di età né relativi alla gravità e all’onerosità della malattia del socio. “Il sistema mutualistico, però, si basa su un principio fondamentale: per continuare a essere sostenibile, occorre che i giovani si continuino a iscrivere – ha aggiunto Massimo Piermattei, Vice presidente del Consorzio Mu.Sa e direttore della Mutua Integrativa Campa-. Aggiungo che anche i fondi per i lavoratori dipendenti hanno un limite: garantiscono la copertura nella fase attiva della vita, nei primi 40 anni, in una fase in cui non ci sono grossi bisogni e certamente non si parla di long term care. Noi mutue garantiamo la copertura per tutta la vita”.